Serge Quadruppani

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Roberto Silvi

Le ragioni dell’altro

samedi 26 avril 2008, par Serge Quadruppani


Venerdì 4 aprile 2008, prima vera giornata di primavera parigina, la dolcezza e la luminosità che c’era nell’aria si accordava perfettamente con la personalità di Roberto Silvi, morto tre giorni prima, e al quale abbiamo detto addio quel giorno, al cimitero di Père Lachaise. La cerimonia, con dei canti di lotta, letture di poesia, prese di parola e scherzi in napoletano, è stata di una bellezza all’altezza del ricordo del nostro amico. Tra i presenti, oltre alla sua famiglia e a Jani, la sua fervente e incrollabile compagna, c’erano molti esiliati italiani, quelli che non possono ancora rientrare nel loro paese, perseguiti dalla vendetta di Stato.

Affetto da una malattia degenerativa, Roberto Silvi viveva da molto tempo su una sedia a rotelle. E’ stato membro fondatore dei Proletari armati per il comunismo. La sua personalità ha ispirato uno dei personaggi de L’ultimo sparo, il romanzo autobiografico del suo amico Cesare Battisti, (e Roberto ha peraltro partecipato, all’inizio, alla redazione del libro). Seconda una cara amica sua, Paola de Luca, era “un napoletano che sembrava inglese, un appassionato spesso glaciale, un discreto curiosissimo, un riservato con migliaia di amici, insomma : un tipo palindromico e ossimorico, davvero speciale”.

Ma per cogliere precisamente chi era Roberto, quel che era stato e quel che era diventato, bisogna leggere, e ancor di più vedere Le ragioni dell’altro. Questa pièce di teatro, scritta con Cecilia Calvi, può far capire perché noi l’amavamo tanto : nella sua opera come nella vita, portava lo stesso sguardo sul passato e sul presente. Quello sguardo combinava la malizia dell’humor, l’acutezza dell’autoanalisi e una critica politica senza concessioni. Senza niente cedere sulle buone ragioni di ribellarsi che esistevano allora e che esistono sempre, sapeva anche distinguere, come pochi sono capaci di fare, i meccanismi individuali e collettivi (e anche i loro lati oscuri) che hanno condotto certuni alla scelta della lotta armata. In questa pièce dove si schizza un affresco degli anni 70 in Italia, Roberto mette a confronto, attraverso due personaggi, quel che è diventato con il giovane combattente che è stato. Il terzo personaggio, una donna amata, ricorda le contraddizioni sentimentali sulle quali si dibatteva allora - e che non sono state superate. Impietoso con se stesso, tenero con i fratelli umani : così era Roberto, così è la sua pièce.

La pièce è pubblicata in versione bilingue francese/italiano dalla Cooperativa Colibrì, Via Zoti Zelati 49 - 20030 Paderno Dugnano (MI) con introduzioni di Erri De Luca, Paola De Luca, Prospero Gallinari, Roberto Mander, Oreste Scalzone, postfazione degli autori.


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